Marsala
Un museo a cielo aperto.
Marsala è la città più grande della provincia di Trapani, ricca di storia e di cultura. Sorge sulle rovine di un’antica città punica e può essere considerata un museo a cielo aperto.
Nel centro storico, la Chiesa Madre o Madrice di San Tommaso di Canterbury domina piazza della Repubblica, ed è una delle tante meraviglie da visitare.
Palazzo Senatorio e Palazzo VII aprile sono tra gli edifici più belli di tutta la città.
A Marsala c’è la storica Porta Garibaldi, l’antico accesso alla città, da dove l’Eroe dei due mondi entrò, dopo lo sbarco dei Mille.
Il Museo degli Arazzi e il Parco Archeologico sono solo due delle tante meraviglie da vedere in questa splendida località.
Mozia
Nella punta nord occidentale della Sicilia, di fronte a Marsala, si sviluppa la cosiddetta Laguna dello Stagnone, un'area marina di grande bellezza le cui isole sono costituite da un alternanza di paludi salmastre, saline, pozze d'acqua dolce, giuncheti, macchie sempre verdi che creano un incantevole scenario naturale con una miriade di colori e tramonti mozzafiato.
La Laguna è chiusa ad ovest dall'Isola Lunga e ad est dalla costa siciliana, mentre al centro si trovano l'Isola di San Pantaleo (sede della colonia fenicia di Mothia - Mozia) e le altre due piccole isole di Santa Maria e di Scuola.
Fondata dai Fenici nell'VIII secolo a.C., Mothia fu una delle più floride colonie fenicie d'occidente, grazie alla sua posizione geografica vicina all'Africa che la rendeva punto di transito obbligatorio per le rotte commerciali verso la Spagna, la Sardegna e l'Italia Centrale.
Oltre alla fiorente attività marinara l'economia si basava su una cospicua attività artistica e artigianale con una massiccia produzione di ceramica, vasellame di terracotta ecc. Anche la produzione industriale aveva il suo peso a cominciare dalla lavorazione e dalla tintura dei tessuti, dalla lavorazione dei metalli come l'argento, l'oro e il ferro.
Mothia fu acquistata all'inizio del secolo da Giuseppe Whitaker, archeologo di origini inglesi nato e cresciuto a Palermo. Fu proprio Whitaker a dedicarsi ai primi scavi archeologici e a lui è stato dedicato il museo omonimo che ospita numerosi reperti fenici provenienti dagli scavi archeologici compiuti a Mothia, Birgi e Lilibeo, oggetti recuperati in seguito a lavori agricoli o provenienti da donazioni e da acquisti effettuati sul mercato antiquario.
Il museo ospita inoltre, uno splendido gruppo statuario in pietra con due leoni che azzannano un toro, vasi in pasta vitrea policroma di tipo greco e punico e steli funerarie. Nella sala con il lucernario, si trova invece, la famosa statua in marmo bianco del cosiddetto 'Giovinetto di Mothia', rinvenuta nel 1979 nel settore nord-orientale dell'isola. La statua è alta 181 cm e molto probabilmente proviene dall'Asia.
Di grande interesse è pure la Casa dei Mosaici, costruita dopo il 397 a.C., che ospita diversi pozzi e forni per la lavorazione della ceramica.
I pavimenti presentano pregevoli decorazioni realizzate con ciottoli marini naturali, rappresentanti scene di animali in lotta, fra cui leoni, grifoni ecc. All'esterno della cinta muraria invece, si possono ammirare i resti della Casermetta con pareti costruite con la tipica struttura a telaio.
Su alcune pareti sono ancora presenti tracce del rovinoso incendio che la distrusse. Intorno alla seconda metà del VI secolo a.C. Mothia fu dotata di un piccolo porticciolo, il cosiddetto Cothon, che oggi i moziesi chiamano 'la Salinella' perchè ospita una salina medievale.
Tappa obbligatoria per chi visita Mothia è sicuramente la Necropoli antica datata tra la fine dell'VIII e la metà del VI sec. a.C., caratterizzata da tombe a incinerazione dove sono stati trovati anche diversi corredi funebri costituiti prevalentemente da vasellame di tradizione fenicia o importati dalla Grecia.
Sono invece, della seconda metà del VI sec. a.C. i dodici sarcofaghi vicini alla Porta Nord e gli altri sparsi in vari punti della costa per circa mezzo chilometro.
Mothia era collegata, mediante una strada sommersa, ad un'altra necropoli, quella di Birgi. Mentre oggi l'isola può raggiungersi esclusivamente via mare, anticamente esisteva una strada, oggi visibile solo quando c'è bassa marea, che da Porta Nord raggiungeva la necropoli di Birgi.